lunedì 31 marzo 2025

Uno Sguardo Antropologico: società liquida tra sacralità e consumismo dell’ "usa e getta".

 


 

 Uno Sguardo Antropologico: società liquida tra sacralità e consumismo dell’"usa e getta.  La mercificazione del sacro. Come si è trasformato un rito religioso in vetrina narcisistica ad uso dei social.









(GettyImages)


La Prima Comunione, per la Chiesa Cattolica, rappresenta un momento di profonda sacralità, la commemorazione del sacrificio di Cristo e l'incontro intimo con l'Eucaristia. Un rito di passaggio spirituale, carico di significato religioso e comunitario. Tuttavia, per molti bambini e le loro famiglie che si affacciano a questo sacramento, l'esperienza rischia di essere oscurata da una deriva consumistica e da una mentalità "usa e getta" che permea la società contemporanea.


Ci troviamo di fronte a un paradosso stridente in una società liquida: un evento intrinsecamente spirituale trasformato in una vetrina di sfarzo e consumismo. 

La celebrazione della Prima Comunione si è trasformata, per molti, in un evento sociale sfarzoso, caratterizzato da ricevimenti in ristoranti di lusso, con menù elaborati, molteplici cambi d'abito per il bambino protagonista e, persino, bomboniere personalizzate e differenziate per bambini e adulti.
Questa tendenza solleva una profonda contraddizione con il significato intrinseco del sacramento. Mentre la Comunione è un atto di umiltà, di semplicità e di profonda spiritualità, lo sfarzo e l'ostentazione rimandano a valori materiali ed esteriori, spesso distanti dal messaggio evangelico. L'attenzione si sposta dal dono spirituale ricevuto al dispendio economico, dalla gioia interiore per l'incontro con Cristo alla preoccupazione per l'organizzazione di una festa "perfetta" e appariscente.


La differenziazione delle bomboniere tra bambini e adulti, ad esempio, introduce una logica di distinzione e di gerarchia che mal si concilia con l'uguaglianza fondamentale di tutti i fedeli di fronte a Dio. Il messaggio che rischia di passare è che l'importanza dell'evento risieda nella quantità e nel valore dei doni ricevuti, piuttosto che nella grazia spirituale accolta.
È importante riflettere sul messaggio che stiamo trasmettendo ai nostri figli. Vogliamo educarli al valore profondo dei doni spirituali, o vogliamo indurli a considerare la Prima Comunione come un'occasione per ricevere regali e vivere un'esperienza di lusso effimero? 
Certo, celebrare un evento importante come la Prima Comunione è naturale e auspicabile. Condividere la gioia con la famiglia e gli amici è un aspetto bello della vita comunitaria. Tuttavia, è fondamentale mantenere un equilibrio, evitando che l'aspetto esteriore e materiale prenda il sopravvento sul significato spirituale.
 Un modo per preservare il vero valore del sacramento potrebbe essere quello di riscoprire la semplicità e l'autenticità. Organizzare un momento conviviale sobrio e significativo, magari privilegiando un pranzo in famiglia o un piccolo rinfresco dopo la cerimonia. I bambini, spesso inconsapevoli della profondità del gesto religioso, diventano protagonisti di un'ostentazione che li vede indossare abiti costosi, ricevere regali sontuosi e collezionare bomboniere personalizzate. La celebrazione si tinge di dinamiche economiche locali, con un "mercato" di regali e denaro che alimenta un'aspettativa di "tutto è dovuto".
 

Questa trasformazione riflette la "società liquida" descritta da Zygmunt Bauman, dove la fluidità, la precarietà e la superficialità sembrano plasmare ogni aspetto dell'esistenza, inclusi i riti tradizionalmente ancorati a valori più solidi. Anche le relazioni, in questo contesto, rischiano di diventare "amori liquidi", effimeri e orientati al soddisfacimento immediato, in linea con la logica dell'"usa e getta".
 

Da un punto di vista antropologico, questa deriva consumistica nella celebrazione di un sacramento può essere interpretata come una manifestazione di diverse dinamiche profonde:


- La mercificazione del sacro: L'ansia e l'incertezza esistenziale tipiche della società contemporanea possono portare a una ricerca di rassicurazione attraverso oggetti e apparenze. Il rituale religioso, privato della sua autenticità spirituale, viene riempito di orpelli materiali, quasi a voler esorcizzare la fragilità della condizione umana attraverso il possesso e l'ostentazione.


- La performance identitaria: In una società dove l'immagine ha un peso sempre maggiore, la Prima Comunione diventa un'occasione per "performare" uno status sociale, sia per il bambino che per la famiglia. L'abito firmato, la bomboniera ricercata, il regalo costoso diventano simboli di appartenenza e di successo, oscurando il significato intrinseco del sacramento.


- La cultura dell'oggetto transazionale: La mentalità dell'"usa e getta" si insinua anche nelle relazioni interpersonali, come evidenziato dal concetto di "amori liquidi". L'altro rischia di essere percepito come un oggetto da consumare e scartare una volta esaurita la sua "utilità". Questo si riflette anche nella superficialità con cui spesso vengono vissuti eventi come la Prima Comunione, ridotti a un mero evento sociale da "consumare" e archiviare rapidamente.


-Dinamiche narcisistiche: L'esasperazione dell'individualismo e la centralità dell' "io" nella società contemporanea possono alimentare dinamiche narcisistiche. 

La celebrazione della Prima Comunione o di qualunque cerimonia religiosa o laica  rischia di diventare un'occasione per autocelebrazione e per la ricerca di validazione esterna attraverso l'ammirazione degli altri per lo sfarzo messo in scena.
 

In questo scenario, l’ antropologia può offrire un "riparo", un percorso di consapevolezza e di riappropriazione di significati più autentici. Attraverso l'esplorazione del proprio mondo interiore, delle proprie paure e dei propri desideri, l'individuo può iniziare a decostruire le dinamiche consumistiche e narcisistiche che influenzano le proprie relazioni e la propria percezione degli eventi significativi della vita.
 

L’ approccio psicosociale può aiutare a:

- Riconoscere e comprendere le radici dell'ansia e del bisogno di compensazione materiale.
- Elaborare le ferite narcisistiche e sviluppare una più sana autostima, indipendente dalla validazione esterna.


-Riscoprire il valore intrinseco delle relazioni umane, al di là della logica dell'"usa e getta".


- Riconnettersi con la dimensione spirituale e simbolica di eventi , sottraendoli alla logica puramente consumistica.


In conclusione, la deriva consumistica che spesso avvolge la celebrazione della Prima Comunione rappresenta una sfida alla sua autenticità spirituale e riflette dinamiche più ampie della società contemporanea. L’ approccio psicosociale, con la sua attenzione alla profondità dell'animo umano e alle dinamiche relazionali, può offrire un prezioso strumento per aiutare individui e famiglie a ritrovare un senso più autentico e significativo in questi momenti importanti, sottraendoli alla superficialità e alla transitorietà di una cultura "usa e getta". È un invito a riscoprire il valore del "non usa e getta": relazioni autentiche, valori spirituali profondi e una connessione significativa con il sacro. (Sabina Pistillo)

venerdì 28 marzo 2025

SI PUO' EDUCARE ALL'USO DELLO STRUMENTO DIGITALE'? DIRITTI E DOVERI

 

 


 

 

L’era digitale è qui: crescere consapevoli in relazione alla infosfera

A cura della counselor, psicologa Pistillo Sabina



 



Nell’ era digitale, il cellulare è uno strumento onnipresente nella vita dei bambini, anche in età prescolare e scolare. È diventato un’estensione della nostra persona, uno strumento indispensabile per la comunicazione, l’informazione e l’intrattenimento. Tuttavia, l'uso eccessivo e inconsapevole di questo dispositivo può portare a conseguenze negative sulla nostra salute fisica e mentale, sulle nostre relazioni e sul nostro benessere generale. Educare i nativi a un utilizzo responsabile della tecnologia è una sfida  pedagogica che coinvolge genitori, insegnanti e l’intera società.
Ma come possiamo garantire che i più giovani sviluppino un rapporto sano con il digitale?

I bambini di oggi crescono in un ambiente sempre più digitale, dove smartphone e tablet sono parte della quotidianità. Tuttavia, senza una guida adeguata, il rischio di abuso, dipendenza o esposizione a contenuti inappropriati è elevato. L’educazione digitale non significa solo insegnare come usare il cellulare, ma anche sviluppare:
•    Pensiero critico: distinguere informazioni affidabili da fake news.
•    Autoregolazione: imparare a gestire il tempo trascorso online.
•    Rispetto e sicurezza: prevenire il cyberbullismo e proteggere la propria privacy.
 Alcune strategie per un uso consapevole del cellulare per aiutare i bambini a sviluppare un approccio equilibrato alla tecnologia accompagnato da scelte educative per l’infanzia e la primaria giocano un ruolo fondamentale per :
 Esplorazione Guidata:
Introdurre i bambini al mondo digitale attraverso attività interattive e giochi educativi, sotto la supervisione di adulti. Utilizzare app e software che stimolino la creatività, la logica e le abilità cognitive.
 Limitare il Tempo Schermo:
Stabilire regole chiare sul tempo di utilizzo del cellulare e di altri dispositivi, alternando attività digitali e analogiche.Incoraggiare il gioco all'aperto, la lettura di libri e le attività manuali.
 Educazione alla Sicurezza Online:
Insegnare la sicurezza online. Parlare con i bambini di privacy, phishing e cyberbullismo è essenziale per proteggerli dai pericoli della rete. Stabilire regole chiare Definire limiti di tempo e momenti della giornata in cui l’uso del cellulare non è consentito (ad esempio, durante i pasti o prima di dormire) aiuta a creare abitudini sane. Insegnare ai bambini a proteggere i propri dati personali e a riconoscere i rischi del web. Promuovere un dialogo aperto sulla sicurezza online, incoraggiandoli a condividere eventuali esperienze negative.
Promuovere l'Interazione Sociale:
Incentivare attività offline, il digitale non deve sostituire il gioco all’aperto, la lettura o le interazioni sociali dal vivo. È importante trovare un equilibrio tra online e offline. Utilizzare il cellulare come strumento per rafforzare le relazioni sociali, ad esempio attraverso videochiamate con i nonni o giochi educativi con gli amici.  Incoraggiare il gioco di gruppo e le attività che favoriscono la comunicazione e la collaborazione.
Sviluppare il Pensiero Critico: Insegnare ai bambini a valutare le informazioni online,   distinguendo tra fonti affidabili e non. Promuovere la riflessione critica sui contenuti digitali, incoraggiandoli a porsi domande e a esprimere la propria opinione.
Modello di Comportamento:
Dare il buon esempio. I bambini imparano osservando gli adulti. Se vedono genitori e insegnanti usare il cellulare con moderazione, saranno più inclini a farlo anche loro.
Promuovere contenuti educativi
Esistono molte app e piattaforme che offrono esperienze digitali arricchenti. Invece di vietare il cellulare, si può guidare il bambino verso un uso costruttivo.
Gli adulti, genitori e insegnanti, devono essere un modello positivo, limitando il proprio uso del cellulare e dimostrando comportamenti responsabili online. Condividere con i bambini esperienze positive legate all'uso del digitale, mostrando come questo strumento possa essere utile e arricchente.
Educazione ai Diritti Digitali:
 Spiegare in modo semplice e adatto all'età i 10 diritti dei nativi digitali, sottolineando    l'importanza della privacy, della sicurezza e del rispetto online.Incoraggiare i bambini a esprimere la propria opinione e a partecipare attivamente alla vita digitale.
Attività Scolastiche:
Integrare l'educazione digitale nel curriculum scolastico, attraverso attività pratiche e laboratori interattivi Stem per sviluppare il pensiero computazionale. Utilizzare il cellulare come strumento didattico, per arricchire le lezioni e stimolare l'apprendimento con app e giochi interattivi.
Collaborazione Famiglia-Scuola:
Coinvolgere i genitori nell'educazione digitale dei bambini, attraverso incontri, workshop e materiali informativi. Creare una rete di supporto tra famiglia e scuola, per condividere strategie e affrontare insieme le sfide del mondo digitale.
Benessere Digitale:
Promuovere uno stile di vita equilibrato, che includa attività fisica, riposo adeguato e tempo libero lontano dagli schermi. Insegnare ai bambini a riconoscere i segnali di un uso eccessivo del cellulare e a chiedere aiuto in caso di difficoltà. Perché l’educazione digitale è fondamentale

Esistono 10 Diritti dei Nativi Digitali  stilati dal Centro Studi Erickson e patrocinati dall’ autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Questo decalogo è stato creato con l’obiettivo di fornire una guida per i genitori , educatori, insegnati. I nativi digitali, ovvero coloro che sono nati e cresciuti nell'era digitale, hanno diritti specifici che devono essere riconosciuti e tutelati:

1.    Diritto all'accesso: Tutti devono avere accesso a internet e alle tecnologie digitali.
2.    Diritto all'alfabetizzazione digitale: Tutti devono essere educati all'uso sicuro e responsabile delle tecnologie digitali.
3.    Diritto alla privacy: I dati personali devono essere protetti e utilizzati in modo trasparente.
4.    Diritto alla sicurezza: Tutti devono essere protetti da cyberbullismo, molestie online e altri rischi digitali.
5.    Diritto alla partecipazione: Tutti devono avere la possibilità di esprimere la propria opinione e partecipare alla vita online.
6.    Diritto all'innovazione: Tutti devono avere la possibilità di creare e innovare nel mondo digitale.
7.    Diritto alla disconnessione: Tutti hanno il diritto di disconnettersi e godersi il tempo offline.
8.    Diritto all'educazione: Tutti devono essere educati ai rischi e ai benefici dell'uso del digitale.
9.    Diritto alla protezione dalla discriminazione: Nessuno deve essere discriminato online.
10.    Diritto al benessere digitale: Tutti devono avere il diritto a un'esperienza digitale sana .


L'educazione all'uso consapevole del cellulare è un investimento fondamentale per il futuro dei bambini. Attraverso scelte educative mirate, possiamo aiutarli a sviluppare competenze digitali, pensiero critico e un rapporto sano con la tecnologia.  Occorre pertanto stabilire limiti di tempo per l'uso del cellulare. Disattivare le notifiche non essenziali. Creare spazi "digital-free" durante la giornata. Utilizzare app e strumenti per monitorare e gestire il tempo online. Educare i bambini e i ragazzi all'uso responsabile del cellulare rispettando i diritti dei nativi. Incoraggiare le scuole a promuovere percorsi di educazione digitale. La chiave sta nell’equilibrio: il cellulare può essere uno strumento potente per l’apprendimento e la comunicazione, ma solo se usato con consapevolezza e responsabilità.

 “Diritti del nativo digitale” messo a punto dal Centro Studi Erickson e pubblicato sotto forma di video su youtube.
 http://www.youtube.com/watch?v=YWg-d8WPXk0
 

martedì 25 marzo 2025

Discorso tenuto al Senato USA dal Bernie Sanders l’11 febbraio 2025: un monito al significato di #democrazia

 

 


 

 

 

Discorso tenuto al Senato USA dal Sen. Bernie Sanders  l’11 febbraio 2025, sul modo con cui Elon Musk e i suoi colleghi oligarchi stanno conducendo una guerra contro i lavoratori americani (e non solo)



Proponiamo a cura del Redattore
Pietro Grippo, ns esperto di economia e politiuca, il coraggioso discorso del senatore democratico che ha dei toni storici che rimandano malinconicamente al discorso di Matteotti all'alba del fascismo italiano. Oltre 34.000 persone hanno partecipato al tour Fight the Oligarchy della deputata Alexandria Ocasio-Cortez e del senatore Bernie Sanders a Denver, in Colorado, Usa, venerdì 21 marzo, secondo quanto riferito dagli organizzatori. Sanders e Ocasio-Cortez hanno affermato che si è trattato del più grande comizio politico nella città dai tempi della campagna elettorale di Barack Obama nel 2008, e Sanders ha aggiunto che è stato «il raduno più grande» che abbia mai avuto. I due Democratici stanno portando avanti questi incontri per denunciare quella che definiscono un’oligarchia e un autoritarismo sotto l’amministrazione Trump.

Ecco il discorso di Bernie Sanders al senato degli Stati Uniti.


"Non mi capita spesso di ringraziare Elon Musk, ma ha fatto un lavoro eccezionale nel dimostrare un punto che sosteniamo da anni: viviamo in una società oligarchica in cui i miliardari non solo dominano la politica e le informazioni che consumiamo, ma anche il nostro governo e le nostre vite economiche.
E oggi questo è più evidente che mai. Ma dato il clamore e l’attenzione che il signor Musk sta ricevendo nelle ultime settimane mentre smantella illegalmente e incostituzionalmente le agenzie governative, mi sembra il momento giusto per porre una domanda che i media e la maggior parte dei politici evitano: cosa vogliono davvero lui e gli altri multimiliardari? Qual è il loro obiettivo finale?


A mio avviso, ciò per cui Musk e chi gli sta attorno stanno lottando con tanta aggressività non è qualcosa di nuovo, né di complesso. È ciò che le classi dominanti hanno sempre desiderato e creduto fosse loro di diritto: più potere, più controllo, più ricchezza. E non vogliono che le persone comuni e la democrazia intralcino il loro cammino.
Elon Musk e i suoi colleghi oligarchi vedono il governo e le leggi semplicemente come ostacoli ai loro interessi e a ciò che ritengono di meritare.


Nell’America prerivoluzionaria, la classe dominante governava attraverso il “diritto divino dei re”, la convinzione che il re d’Inghilterra fosse un agente di Dio, e quindi non dovesse essere messo in discussione. Oggi, gli oligarchi credono che, in quanto padroni della tecnologia e “individui dall’intelligenza superiore”, abbiano il diritto assoluto di governare. In altre parole, sono i re dei nostri tempi.


E non si tratta solo di potere.
È una questione di ricchezza sconfinata. Oggi, Musk, Bezos e Zuckerberg hanno una ricchezza combinata di 903 miliardi di dollari, più di quanto possieda la metà più povera della società americana — 170 milioni di persone. Dall’elezione di Trump, incredibilmente, la loro ricchezza è esplosa. Elon Musk è diventato 138 miliardi di dollari più ricco, Zuckerberg 49 miliardi più ricco e Bezos 28 miliardi più ricco. Sommando il tutto, i tre uomini più ricchi d’America hanno accumulato 215 miliardi di dollari in più dal giorno delle elezioni.


Nel frattempo, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi, il 60% degli americani vive di stipendio in stipendio, 85 milioni non hanno un’assicurazione sanitaria adeguata, il 25% degli anziani cerca di sopravvivere con meno di 15.000 dollari all’anno, 800.000 persone sono senzatetto e gli Stati Uniti hanno uno dei tassi di povertà infantile più alti tra i paesi avanzati.


Pensate che gli oligarchi si preoccupino di queste persone? Credetemi, non lo fanno. La decisione di Musk di smantellare l’USAID significa che migliaia di persone tra le più povere del mondo soffriranno la fame o moriranno per malattie prevenibili.
Non si tratta solo di quello che accade all’estero. Anche negli Stati Uniti attaccheranno presto i programmi per la sanità, la nutrizione, l’edilizia abitativa e l’istruzione che proteggono i più vulnerabili — così che il Congresso possa garantire enormi sgravi fiscali a loro e agli altri miliardari.


Come re moderni, convinti di avere il diritto assoluto di governare, non esiteranno a sacrificare il benessere delle persone comuni per difendere i propri privilegi.
Inoltre, utilizzeranno i giganteschi mezzi di comunicazione che possiedono per distogliere l’attenzione dagli effetti delle loro politiche, mentre ci “intrattengono fino alla morte”. Mentiranno, mentiranno e mentiranno. Continueranno a spendere enormi somme di denaro per comprare politici di entrambi i principali partiti.
Stanno conducendo una guerra contro la classe lavoratrice di questo Paese, e hanno tutta l’intenzione di vincerla.


Non vi prenderò in giro: i problemi che affrontiamo oggi sono gravi e non facili da risolvere. L’economia è truccata, il nostro sistema di finanziamento delle campagne elettorali è corrotto e stiamo lottando per affrontare il cambiamento climatico — tra molte altre sfide.


Ma so una cosa:
La più grande paura della classe dirigente in questo Paese è che gli americani — neri, bianchi, latini, delle città e delle campagne, gay e etero — si uniscano per chiedere un governo che rappresenti tutti noi, non solo una ristretta élite di ricchi.
Il loro incubo è che noi non ci lasciamo dividere in base alla razza, alla religione, all’orientamento sessuale o alla nazionalità d’origine e che, insieme, troviamo il coraggio di sfidarli.


Sarà facile? Ovviamente no.
La classe dominante di questo Paese vi ricorderà costantemente che ha tutto il potere. Controllano il governo, possiedono i media. “Volete affrontarci? Buona fortuna,” diranno. “Non c’è nulla che possiate fare.”
Ma il nostro compito oggi è non dimenticare le grandi lotte e i sacrifici che milioni di persone hanno fatto nel corso della storia per costruire una società più democratica, giusta e umana:
• Rovesciare il Re d’Inghilterra per creare una nuova nazione e l’autogoverno. Impossibile.
• Garantire il suffragio universale. Impossibile.
• Porre fine alla schiavitù e alla segregazione. Impossibile.
• Dare ai lavoratori il diritto di formare sindacati e abolire il lavoro minorile. Impossibile.
• Garantire alle donne il controllo sul proprio corpo. Impossibile.
• Approvare leggi per creare la Previdenza Sociale, Medicare, Medicaid, il salario minimo, standard per l’aria pulita e l’acqua pulita. Impossibile.


In questi tempi difficili, la disperazione non è un’opzione. Dobbiamo combattere con ogni mezzo possibile.
Dobbiamo impegnarci nel processo politico: candidarci, connetterci con i nostri legislatori locali, statali e federali, donare a candidati che difendono la classe lavoratrice di questo Paese. Dobbiamo creare nuovi canali di comunicazione e condivisione delle informazioni. Dobbiamo fare volontariato non solo in politica, ma anche per costruire comunità a livello locale.
Qualsiasi cosa possiamo fare, dobbiamo farla.
Inutile dire che io farò la mia parte — sia all’interno del Congresso che viaggiando per il Paese — per difendere la classe lavoratrice americana. Nei prossimi giorni, settimane e mesi, spero che vi unirete a me in questa lotta.


In solidarietà,
Bernie Sanders"
11 febbraio 2025

 

Tratto da:

https://www.saluteinternazionale.info/2025/03/usa-cosa-vogliono-veramente-gli-oligarchi/

Bernard Sanders è un senatore per lo stato del Vermont dal 2007 ed in precedenza membro della Camera dei Rappresentanti per lo stesso stato dal 1991 al 2007. Sanders è formalmente indipendente, ma è inserito nel caucus del Partito Democratico al Senato. Sanders si configura come il più importante esponente della corrente progressista del Partito Democratico e si qualifica come un socialista democratico.

domenica 2 marzo 2025

L'ALGORITMO DELL'UGUAGLIANZA, #RUBEN RAZZANTE con prefazione di LILIANA SEGRE. AUTOMATISMI ALGORITMICI DELLA #IA E DIFESA DELLA LIBERTA'

 


"La discriminazione algoritmica è  il riflesso di quella umana, cioè di forme di discriminazione esistente a livello sociale, economico, politico" (R. Razzante)

Il volume ha il pregio di portare la riflessione intorno alla Intelligenza Artificiale sulla posizione de "in medio stat virtus". Non possiamo non condividere tale posizione come facciamo da sempre e soprattutto dal Simposio Satellite organizzato dal SIEB sul tema scottante. Spiega l'A. nella sua prefazione:

"Le santificazioni e le demonizzazioni dell'Intelligenza Artificiale (AI) sono pericolosamente fuorvianti. Fanno deragliare il treno della riflessione collettiva sull'esigenza di un rapporto maturo ed equilibrato tra tecnologia e persona e producono alterazioni semantiche e distonie cognitive rispetto all'influsso degli algoritmi sul funzionamento delle società. Il filo sottile che lega le pagine di questa pubblicazione è proprio la loro riconducibilità ai valori dell'uguaglianza, dell'inclusività, dell'accessibilità, della sostenibilità nelle molteplici applicazioni dell'AI." 

L'A. opera nella cura dei testi una sorta di "operazione verità" sull'AI, per rinvigorire la democrazia della Rete, allontanando lo spettro del totalitarismo digitale. Completa il volume una prefazione di Liliana Segre, dal disegno umanistico.

Ruben Razzante è docente di Diritto dell'informazione, Diritto europeo dell'informazione e Regole della comunicazione d'impresa all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove si è laureato in giurisprudenza e in scienze politiche. È docente di Diritto dell'informazione al Master in giornalismo dell'Università Lumsa di Roma. Insegna ai corsi di formazione promossi dall'Ordine dei giornalisti. Nel 2023 è stato nominato consulente della "Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza" del Senato presieduta dalla senatrice a vita Liliana Segre.




Nel mentre scriviamo continuano gli attacchi DDOS contro siti istituzionali e no italiani operati dalla centrale (moltiplicata da nuove adesioni mercenarie) NONAME57, con sede in Bielorussia e tecnobraccio filoputiniano 



il che da quando il Presidente Mattarella ha puntualizzato temi di geopolitica riaffermando il sostegno all'Ucraina, da quando ha chiamato nuovi soggetti onnipotenti come "neofeudatari del Terzo Millennio", avidi di Spazio e Cyberspazio.


La molteplicità degli attacchi dal Cyberspazio si affianca alla anarchia destabilizzante del web attraverso la misinformazione e disinformazione, in nome dello "speech assoluto"




L'unica regola dell'infosfera è non avere regole? Fin dove sono legittime le azioni delle piattaforme digitali che non hanno CONFINI?
Gli attori economici sono divenuti agenti diretti del potere e controllori della INFOSFERA, scavalcando ogni orizzonte di marketing, come dimostrato dalla presenza di tali soggetti plutotecnocrati all'insediamento di Trump e la presenza di Elon Musk - non ai margini - nel Consiglio dei Ministri di Trump stesso. Loro corrono e noi dobbiamo correre ai ripari. (am)



Altre opere di Ruben Razzante: