mercoledì 22 maggio 2024

Poesia di Gabriele CUFE (2024)




Energia vitale

Vetro liquefatto che si stende
E mi spinge il cuore sino all’aldilà
Mi abbatte come un tuono nella notte degli aghi, in cui neanche dio può posare la sua mano sulle stelle

Battito felino, o mosca cieca delle mie vertebre, lo spazio sento che si fende nel nulla, il mio riguardo verso di te cresce e questa tempesta infuocata dipende da te, dai tuoi versi assordanti Mi ricordi quella donna, al lago estivo, che mi guardava; io, come se non ne avessi avuto tempo, mi sono sentito male e ho gridato, e sono entrato nel vuoto, mi maledico e mi odio per questo, tu di certo sai cosa intendo

Divina protettrice del mio olocausto, della mia vita, di ciò che si muove, c’è spazio per te vicino al sole?
È troppo lungo il tempo da attendere prima di vedere quel bocciolo schiudersi?
Fiamma ossidrica, battito del mio tempo

Incanto maestoso del volatile, pronto a trafiggermi le ossa

Dove posso ripararmi?
C’è un posto, dove i raggi non si avvicinano, in cui gli elefanti dormono al posto delle tigri?

Non c’è più spazio e le nuvole sono vuote
Il freddo incosciente desiderio mi si è sciolto tra le mani, è di creta la statua che mi abortisce

Vivrai, serpe funesta
Mi inchino alla tua nube Cristalli onnipotenti, vedo O divoratuono Megalomania di strada
I tuoi occhi si abbassano


(Gabriele CUFE)

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