lunedì 24 aprile 2023

 



Sono indignato. Non si può tacere dinanzi alla arroganza di certa politica autoreferenziale e pressapochista. Questo non è un intervento politico, sia chiaro. Nessuna vis polemica, ci muove solo la esigenza di chiarire.

Sarebbe ora che alcune date importanti come il 25 aprile e l’1 maggio unissero e non fossero motivo di polemica, divisione".  ha dichiarato uno che non è un qualcuno. "Farò un 25 aprile in famiglia, di memoria, di festa e di lavoro, perché anche domani avrò degli incontri nei territori”. 

Anche io avrei voluto fare come lui, come il noto giocoliere ministro della Repubblica nonché vice-premier, cioè avrei voluto passare la festività  in famiglia dopo aver esposto - come di consueto - la bandiera italiana al balcone. No, invece no, per la prima volta passerò alla piazza al seguito di una cerimonia cittadina a testimoniare la Storia. 

La libertà non va data per scontato, bisogna presidiarla attivamente, prima che calino sull'Italia sonnacchiosa vere e proprie restrizione prealbertine. 

Eh, Signor Ministro, Lei ha un ruolo istituzionale e deve lasciare la poltrona (si tranquillizzi, di casa intendo) per presenziare non in discoteche e aziende di interesse enogastronomico; Lei deve essere lì dove si commemora il sacrificio di chi ha ci ha regalato la Libertà, di cui anche Lei gode e che talora adopera impropriamente. Quindi partecipi alle cerimonie ufficiali, La esorto con la umiltà e la potenza del Cittadino, con l'orgoglio del Civis Europeus sum. E, mi raccomando, porti con sé l'uomo - se questo è un Uomo - che l'orrido caso ha voluto occupasse la seconda massima carica dello Stato e che si dichiara con pseudoinnocenza un "fascista".


Partigiani del Partito d'Azione —  Fonte: Getty-Images


Ora, contro ogni forma di negazionismo e di ipocrisia, bisogna che ognuno si ricordi del 25 Aprile, una Festa storica che parla di Libertà e Resistenza, di uomini e donne accomunate dalla posizione antinazifascista, che hanno patito e sono perite per noi. 


La Seconda Guerra Mondiale non terminò il 25 aprile 1945. In quel giorno simbolico, cominciò la ritirata dei tedeschi e dei soldati della Repubblica di Salò da Milano e Torino, grazie allo sfondamento della Linea Gotica da parte degli Alleati e all’azione della Resistenza. Ecco che, su proposta del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, il 22 aprile 1946, il Re Umberto II - la Repubblica sarebbe nata poco dopo, il 2 Giugno 1946 - emanò un decreto: “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”. La ricorrenza venne celebrata anche negli anni successivi, ma solo nel 1949 è stata istituzionalizzata come festa nazionale, insieme al 2 giugno, festa della Repubblica.

Festeggiamo tutti la Liberazione e sventoliamo il Tricolore.

(achille. miglionico, cittadino italiano e europeo)

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