Sono indignato. Non si può tacere dinanzi alla arroganza di certa politica autoreferenziale e pressapochista. Questo non è un intervento politico, sia chiaro. Nessuna vis polemica, ci muove solo la esigenza di chiarire.
“Sarebbe ora che alcune date importanti come il 25 aprile e l’1 maggio unissero e non fossero motivo di polemica, divisione". ha dichiarato uno che non è un qualcuno. "Farò un 25 aprile in famiglia, di memoria, di festa e di lavoro, perché anche domani avrò degli incontri nei territori”.
Anche io avrei voluto fare come lui, come il noto giocoliere ministro della Repubblica nonché vice-premier, cioè avrei voluto passare la festività in famiglia dopo aver esposto - come di consueto - la bandiera italiana al balcone. No, invece no, per la prima volta passerò alla piazza al seguito di una cerimonia cittadina a testimoniare la Storia.
La libertà non va data per scontato, bisogna presidiarla attivamente, prima che calino sull'Italia sonnacchiosa vere e proprie restrizione prealbertine.
Eh, Signor Ministro, Lei ha un ruolo istituzionale e deve lasciare la poltrona (si tranquillizzi, di casa intendo) per presenziare non in discoteche e aziende di interesse enogastronomico; Lei deve essere lì dove si commemora il sacrificio di chi ha ci ha regalato la Libertà, di cui anche Lei gode e che talora adopera impropriamente. Quindi partecipi alle cerimonie ufficiali, La esorto con la umiltà e la potenza del Cittadino, con l'orgoglio del Civis Europeus sum. E, mi raccomando, porti con sé l'uomo - se questo è un Uomo - che l'orrido caso ha voluto occupasse la seconda massima carica dello Stato e che si dichiara con pseudoinnocenza un "fascista".
Partigiani del Partito d'Azione — Fonte: Getty-Images
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