lunedì 5 settembre 2011

GIU' PER IL NORD Esperienza di missione laica in Kenya


La contraddizione tra gli eleganti centri commerciali di Nairobi o le esclusive spiagge di Malindi, da un lato, e gli slums o i desolati territori fissurati dalla siccità del nord è emblematica dei paradossi della nazione Kenya. Paese relativamente pacifico in una regione turbolenta dell'Africa, il Kenya si è trovato all'improvviso precipitato nel baratro del conflitto interetnico dopo le elezioni del dicembre 2007. Il gruppo etnico predominante, i kikuyu del presidente Mwai Kibaki, e i sostenitori dello sfidante e attuale primo ministro Raila Odinga, di etnia luo, si sono scontrati a Nairobi e nelle principali città del Kenya. Il conflitto fortunatamente è andato ricomponendosi ma, dall'estate del 2009, una devastante siccità ha messo a dura prova il Paese, specialmente le regioni settentrionali, dove le perdite in capi di bestiame sono stati ingenti mettendo a rischio la sopravvivenza delle popolazioni locali. Nel mentre stazionavamo a Marsabit - siamo rientrati a fine Agosto u.s. - la sede locale del bishop ed il centro della Consolata attendevano i primi convogli di derrate alimentari dalla Germania attraverso la Charitas. Gruppi di laici in missione volontaria (sanitari italiani ed europei con l'ausilio di personale logistico) è facile che si incontrino nei momenti di arrivo e partenza od in transito nelle varie sedi della Fondazione MCO (Missionari della Consolata). Chi sono questi missionari presso la cui rete ci siamo inseriti come volontari?
MCO è un'organizzazione non governativa di ispirazione cristiana fondata dall'Istituto Missioni Consolata, un Istituto religioso a composizione internazionale nato nel 1901 ad opera del Beato Giuseppe Allamano e attivo in Africa, America Latina e Asia. Ha ottenuto il riconoscimento del Ministero degli Affari Esteri italiano come ong idonea nel dicembre del 2007. In Kenya, l'esperienza dei Missionari della Consolata è più che centenaria: qui fu fondata la prima missione dell'Istituto nel 1902.
Il Beato Giuseppe Allamano (1851-1926), nipote di san Giuseppe Cafasso, ebbe come educatore al ginnasio Don Bosco.


I progetti in corso sono: Wamba Hospital (Samburu District); Scuola di Loyangalani (Marsabit District); Acquedotto di Nyambene; Cisterne per le scuole di Alendu; Slums di Nairobi. Molti altri progetti sono gestiti direttamente dai Vescovi, attivissimi in tal senso (qui guidano provettamente Land Rover e si muovono nelle diocesi a loro affidate con disarmante coraggio). Si pensi che il Vescovo di Maralal, che abbiamo conosciuto, nella sua carriera ha dovuto abbattere anche tre leoni che avevano preso di mira gli zebù dei Samburu, affamandoli. Qui, lontani dalla comoda Europa, si palpa una Chiesa attiva che non sa di ritualismi e burocrazia. Qui anche la Medicina ritrova le sue radici deontologiche ed ippocratiche. 

Il Vescovo di Maralal, Virgilio Pante, e Padre Aldo Giuliani (a dx), i quali operano da decenni tra i Samburu.

Procura vescovile di Nanyuki. Ci si prepara alla lunga strada sterrata.

Il Vescovo di Marsabit Peter Khiara e sulla sn l'odontoiatra Luigi Zagaria

Il factotum Sante Bianco a sn e il medico, Achille Miglionico.
Il gruppo odontoiatrico a Sagana: avanti il dr. Roberto Piastra, dietro, vicino a Peter, il "veterano" dr. Luigi Zagaria; l'assistente è Silvia Gennaretti.



Il nostro gruppo p.e. - formato da due dentisti, una assistente di poltrona, un medico, ed un operaio factotum (con competenze di elettrotecnica, idraulica, ristrutturazioni edili) - si è insediato a tipo campo-base a Sagana, alle falde del Monte Kenya: un dentista e la assistente hanno cominciato a lavorare immediatamente con il bacino di utenza locale in quanto la dental clinic era già stata avviata negli anni scorsi ed è funzionante con operatori-infermieri di etnia kikuyu. Un dentista, il medico e l'operaio - per espresso desiderio del bishop Peter Kihara (Vescovo di Marsabit) ha proseguito il viaggio attraverso l'itinerario Nanyuki-Isiolo, sino all'Ospedale Cattolico di Laisamis, ove ha soggiornato, riparando due portatili di rx grafia (in disuso da due anni) e effettuando rilievi per una "nuova" dental clinic da istituire a Laisamis, centro ove non piove da due anni, ove c'è stata una gravissima epidemia di colera con centinaia di malati salvati grazie all'opera del personale religioso e laico. Da Laisamis ci siamo mossi su strada sterrata (massacrante) sino a Marsabit, sede vescovile con territorio sino ai confini con l'Etiopia, superando il Plateau Sagererwa e fiancheggiando il Kaisut Desert sino a Loluloko attraverso una immensa atmosfera polverosa di tipo marziano che ti penetra dappertutto. A Marsabit il gruppo, accompagnato da padre Mario Lachin, ha raggiunto il dispensary di Diriba Gombo, gestito da solerti e cordiali suore indiane (come sister Annie), progettando un'altra dental clinic.  Da Marsabit siamo dunque rientrati a Sagana, ove ci attendeva il lavoro odontoiatrico e medico sino al rientro in Italia da Nairobi, via Addis Ababa. Ma torneremo sull'argomento. (achille miglionico)

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