venerdì 22 novembre 2024

POESIE NEL CASSETTO by Lucia Papagni

 

 

NUOVI ARRIVI IN REDAZIONE

Esserci

Esserci con un pensiero
con un’azione
con un saluto
rende me presente a te
che mi ricevi
e siamo UNO
per un attimo

E se ci pensi
sono con te
ANCORA
e Ancora
tutte le volte
che lo vorrai
 

 


“SCONTENTO “

Piansi
e una tetta
mozzò il mio pianto

Crebbi

Un giocattolo
rese
per un tempo
il mio cuore contento

Imparai
a piagnucolare
un abbraccio
un bacio
mi soddisfaceva
per un lasso di tempo

Da adolescente
lo sguardo fugace
del desiderato di turno
mi faceva
vivere “la cotta”

Giunse
l’età della competizione
essere il più bello
Il più ‘fico’
il più bravo
il più più
a scuola
a lavoro
e per un breve tempo
mi soddisfece

Allora
incominciai
a cercare qualcos’altro
che riempisse
il vuoto
‘il desiderio di Eternità ‘
che ci assale

Provai
la religione
la scienza
la filosofia
e altro
ma …

Poi
il matrimonio
I figli
e sempre più
mi allontanavo
da me stessa

Mi guardai intorno
e pensai
forse mi manca qualcosa
una bella casa!
Il lavoro desiderato
l’avevo

E dopo anni
di duro lavoro
mio
e dei miei cari
giunse la bella casa
con un bagliore
di felicità
seguito
da un pozzo
di cosciente
insoddisfazione

Realizzai
che chi sembrava felice
RECITAVA
e chi aveva
materialmente tutto
ancor più annegava
nel buio dello scontento

I più famosi
cantanti, attori, scrittori
i più ricchi
giungevano
a volte
per lo più giovanissimi
ad atti estremi
a capovolgimenti
di vita impensabili

E compresi
che la vita
ti porta a un limite
in cui
sprofondi nella depressione
o vivi
il “chi si accontenta gode “
oppure
continui a CERCARE

CERCA
DENTRO DI TE
E SCOPRIRAI
CHE SEI UNICO
SPECIALE
PARTE
DI UN TUTT’UNO

ESSERE
COMPLETO
Apparentemente
INCONOSCIBILE

by Lucia Papagni






A VOLTE

A volte non si vuole sentire
A volte non si vuole vedere

Parole melate
abbracci mancati
o troppo pronunciati
distorcono la visione
annebbiano la mente

E nulla
di detto
fatto
e quasi dimostrato
può togliere il velo

Solo l’esperienza
ti getta giù
nella realtà funesta
che abilmente
QUALCUNO
ha forgiato
per te,
UNO
DI CUI TI FIDAVI:
il tuo PROSSIMO
e TE STESSO

by Lucia Papagni
 

lunedì 4 novembre 2024

POESIE DI QUITADAMO Maria Pia

 

 

Bicifaro (am)



POESIE DI QUITADAMO Maria Pia


Baby (blues)



Ho attraversato la strada e ho guardato davanti a me
ho affrettato il passo,

mi sono voltata per guardare dietro e tu non c’eri.
Ho gettato una monetina dentro ad un pozzo
ho pagato con gli ultimi spiccioli e ho cercato
un dirupo per girarci intorno.
Ti prego non dirmi di restare baby.
Ho speso quel che avevo per cercare di capire, sono su un precipizio
e tu non hai provato a salvarmi.
La mia preghiera sale al cielo
ho messo le mani davanti agli occhi per non guardare giù.
Quel giorno ti seguii tra le panchine vuote
e udivo i cani abbandonati che abbaiavano.
E come me chiedevano pietà a Dio ed io a te


Dio c’è?

Tanto silenzio è Dio,
le mie preghiere
le sue inconciliabili risposte e
angusta la cappella 

non vedo mai i raggi dell’alba
e nessuna luce viene dal Tabernacolo.
Io voglio guardare dalla finestra
le strade che portano alle praterie
le scie che portano al cielo.
Invece tu Signore indichi una via tortuosa
e vuoi i tuoi fedeli sfiniti nei loro corpi fragili
e i loro deboli spiriti.
E’ questa la via che porta al paradiso?
Ma io vedi uccelli migrare felici
leggeri verso posti incantati,
hanno ali senza il tuo bastone
e occhi che vedono al di la’,
mentre i miei da tempo non vedono altro
che questo adorno altare
di cui (forse) non sono degna.



Entropia amorosa


Foglie gialle cadevano fitte
ci trascinavano (come) un vento che soffia
in unica direzione.
Io non sapevo qual era l’odore
del mare più sognante.
Il mare in burrasca cavalca il silenzio
Come un prode in battaglia sopravvissuto.
Eravamo amanti immutati in uno scenario
in continuo cambiamento.
Posti incantati e il nostro legame era indissolubile.
Eravamo liberi e inconsapevoli della nostra prigionia,
schiavi sconfitti dal nostro amore.
Foglie gialle caddero come la prima volta
e ci trascinarono, però, in direzioni opposte e
capimmo di essere in realtà sconosciuti.
Sconosciuti che si erano amati
perché così volle il fato.



Rimpianti si, ma non rimorsi


Quando i pensieri ti tengono sveglia
quando nemmeno il tuo angolo tranquillo ti sembra sicuro
non cercare di trattenere le lacrime.
Plana sull’isola dei ricordi più angusti
affinchè tormentino i tuoi sensi assopiti,
costringi il tuo corpo a lasciarsi concussare dal
dolore violento che spezza le ossa.
Non rallegrarti della viva sofferenza!
Non vedi? Tu guardi nel bosco e ti ci perdi prima di inoltrarti
io sono alle fine del ruscello e non cerco la fonte.
Siediti e lascia che il fruscio ti culli,
chiudi gli occhi e naviga nel tuo profondo
e insondabile oceano, senti le onde e lasciati trascinare.
Sii schiuma quando ti infrangi contro gli scogli
gioisci del vuoto che hai dentro,
è pieno di te.
Sta per arrivare la tempesta.
Ma alla fine, passerà.